Secolarizzazione


In Italia ci sono milioni di coppie di genitori non credenti.

    Tutte le religioni in Italia hanno giustamente il diritto di fare proselitismo (con ovvi limiti di legge), ma non con bambini i cui genitori non sono d’accordo. In genere anche i bambini sanno che ci sono molte religioni diverse ed è tollerato in Italia che in classe ci siano bambini di famiglia ebrea, valdese, musulmana, indù, testimone di Geova, ecc. Ma la scuola, gli amici di casa, i parenti, la TV spesso trasmettono ancora il messaggio che appartenere alla religione cattolica, per i bambini sia la condizione normale. Un bambino senza religione (sarebbe meglio dire un bambino figlio di genitori non credenti), può fare ancora scandalo. Si pensa che i genitori dovrebbero educare comunque i loro figli a una religione (quale?), anche se in Italia i bambini dei nostri giorni di famiglia non religiosa sono ormai più della metà del totale.

Secondo l’Istat in Italia:
Nel 1964, quando mi sono sposato io, i matrimoni civili, in municipio e non in chiesa, erano l’1,2% del totale. In pratica si sposavano in municipio solo i pochi valdesi o ebrei, qualche raro straniero e i pochi “matti” come me e mia moglie. Possiamo dire che “tutti” gli italiani si sposavano in chiesa, che le coppie che convivevamo senza sposarsi erano “inesistenti”, che “tutti” i bambini italiani erano educati ad essere cattolici.
Nel 1995 i matrimoni civili in Italia erano saliti al 19,98%. Sempre nel 1995 le donne che hanno avuto figli senza sposarsi né in chiesa, né in municipio erano l’8,1% di tutte quelle che hanno avuto figli.
Nel 2010 i matrimoni civili sono stati il 36,52% e i figli di genitori non sposati il 23,6%.
Nel 2011 i matrimoni civili in Italia sono saliti al 39,25% e i nati da coppie non sposate è stato del 24,5%.
Nel 2012 i matrimoni civili in Italia sono saliti al 41% e i nati da coppie non sposate è stato del 24,8%.
Nel 2013 i matrimoni civili in Italia sono saliti al 42,5% e i nati da coppie non sposate è stato del 25,9%. Sia al Nord (55%) che al Centro (51%) i matrimoni con rito civile hanno superato quelli religiosi.
Dunque se consideriamo in Italia oggi la generazione di chi mette su famiglia, diciamo le persone dai venticinque ai trentacinque anni, in maggioranza o non si sposa o lo fa in municipio: sono dunque lontani dalla religione.

Adesso cerchiamo di valutare, dai dati Istat, di ogni mille bambini nati in Italia nel 2013, quanti vivranno in un ambiente familiare religioso e quanti in un ambiente indifferente alla religione. Risulta che 259 di questi mille bambini sono figli di genitori non sposati, coppie di fatto che probabilmente non trasmettono valori religiosi ai figli. Ma delle rimanenti 741 coppie di genitori che hanno avuto un figlio nel 2013, l’Istat non dice quante di queste si erano sposate in municipio e quante in chiesa. Però sappiamo che nel 2004 i matrimoni civili erano il 31,9% di tutti i matrimoni e nel 2013 il 42,5%. La media di queste due percentuali è uguale al 37,2% che possiamo assumere come la percentuale di bambini nati nel 2013 da genitori che si erano sposati, durante i dieci anni precedenti, in municipio. Mentre la percentuale dei bambini nati da matrimoni religiosi è dunque del 62,8%:
Per cui nell’anno 2013 su mille bambini nati, 276 sono figli di genitori sposati in municipio, il 37,2% di 741, e 465, il 62,8% di 741, sono figli di genitori sposati in chiesa, meno della metà dei mille che stiamo considerando. Sono dunque 259+276=535 su mille quelli che crescono in famiglie molto poco o per niente religiose in cui i genitori sono sposati in municipio o sono coppie di fatto. Otteniamo che oggi in Italia la percentuale delle nascite di bambini di genitori con scarso o nessun legame con la chiesa cattolica supera abbondantemente il 50% e questo numero cresce anno dopo anno!
Nei calcoli non ho tenuto conto che la percentuale di chi si sposa in chiesa va abbassata di chi si sposa in chiesa solo per non rompere con i genitori, per non perdere l’eredità dei nonni, per conformismo, perché sarebbe una cerimonia più suggestiva. In questo caso otterremmo che in Italia le nascite di bambini dei genitori con scarso o nessun legame con la chiesa cattolica nel 2013 sarebbe superiore ai due terzi del totale.

È il fenomeno moderno della secolarizzazione della nostra società (secolarizzazione, cioè perdita di rilevanza della religione nella vita sociale), che riguarda tutto il mondo occidentale e che è in continua crescita.
Le religioni sono costrette a cambiare i loro principi per adeguarsi ai tempi. Sempre in ritardo, con calma, lentamente, come lenti erano i cambiamenti sociali un tempo. Purtroppo per loro i tempi ormai cambiano con un ritmo travolgente che le religioni non possono seguire pena perdere la loro identità. Non si sa se perderebbero più fedeli se mantenessero sempre dei principi e valori costanti o se li adeguassero continuamente: quello che la Chiesa cattolica insegnava mille anni fa era simile a quello che insegnava novecento anni fa, ma è completamente diverso di quello che insegna oggi. Per esempio come la chiesa cattolica ha trattato durante l’Inquisizione gli eretici, gli ebrei, le donne e gli omosessuali (quante migliaia ne ha mandati al rogo?), seguendo i principi immutabili di allora, è molto diverso (e in certi casi è l’opposto) di come li tratta adesso. Aveva principi e valori immutabili diversi da quelli che ha adesso, sempre dichiarati immutabili. Per molti secoli la Chiesa cattolica ha accettato la schiavitù e le alte gerarchie possedevano schiavi. Adesso ha cambiato idea. Ha condannato al rogo eretici, ha fatto guerre contro gli infedeli. Adesso è per la pace. Fino a 150 anni fa era contraria all’istruzione obbligatoria, adesso la promuove.

Di seguito i dati inglesi e poi tedeschi, presi da Wikipedia.
Inghilterra. Il calo delle Chiese cristiane è scioccante: dal 72 al 59% in soli dieci anni. Ma ancora più impressionante è l’aumento dei “senza religione”, saliti nello stesso arco di tempo dal 15 al 25%: in termini relativi, il loro aumento è stato del 67%. Le altre confessio­ni religiose sono molto distanti: gli islamici sono al 4,8%, gli induisti all’1,5%, ebrei e sikh allo 0,5%. In alcune città come Londra, Oxford e Cambridge i cristiani sono già oggi meno del 50%. La città in assoluto meno religiosa è risultata essere Norwich, con ben il 42,5% della popolazione dichiaratamente tale. Il Galles, con il 32% di “no religion”, si è a sua volta dimostrato meno religioso dell’Inghilterra.
Germania. I “non credenti”, cioè quelli che non appartengono a nessuna comunità religiosa, rappresentavano, nel 1950, una percentuale trascurabile vicina allo zero, oggi sono circa il 34%, più di qualsiasi comunità religiosa. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro, un organo ufficiale della Comunità Europea, il 25% dei tedeschi concorda con l’affermazione “Non credo vi sia alcun tipo di dio o di spirito superiore”, cioè sono da considerarsi atei, mentre gli altri, cioè quelli che credono in un essere superiore, senza sentirsi rappresentati da nessuna religione, rappresentano circa il 9% della popolazione.
Un aspetto importante per quanto riguarda il ruolo delle religioni in Germania è che questo gruppo dei “non credenti” rappresenta, in praticamente tutte le grandi città e in molte regioni (specialmente all’est), la grande maggioranza della popolazione.
Nel 2013 sono stati celebrati 164.664 battesimi contro i 167.505 del 2012; 43.728 matrimoni religiosi contro i 47.161 del 2012. Nella Chiesa cattolica hanno fatto il proprio ingresso 3.062 persone (evidentemente prima non credenti o credenti in altre religioni), 6.980 quelle riammesse. Ma gli abbandoni sono passati dai 118.335 del 2012 addirittura ai 178.805 del 2013. Anche la frequenza alle Messe lo scorso anno è ulteriormente calata, per la precisione del 10,8%.

Queste statistiche sono confermate drammaticamente da quanto si legge su diversi blog cattolici. Per esempio in uno del maggio 2011 c’è stato il seguente scambio di lettere. Scrive R.: «Caro Padre, sono un giovane catechista della mia parrocchia e non le so dire la tristezza e lo sconforto che mi prende quando guardo i banchi vuoti della chiesa. Al catechismo, dopo la prima comunione, i bambini si prendono un “intervallo” di un paio d’anni; poi ritornano per la cresima; fatta questa, spariscono quasi completamente: se ne vedi un paio, puoi fare salti di gioia. Non ne parliamo poi dei giovani … La chiesa ormai è cosa di vecchi e di persone “spostate” (scusi la franchezza) ...». Risponde Padre S. P.:
«Caro R., hai toccato un tasto dolente della “religiosità” in Italia (altrove è anche peggio), che in questi ultimi anni si sta manifestando in maniera drammatica ...».

Ripeto la domanda. Letti questi dati, i genitori non credenti, in Italia, come devono far crescere oggi i loro bambini? Facendo finta di essere credenti? Perché dovrebbero?

[Quando avrò tempo aggiungerò a questa pagina i grafici dell’andamento percentuale dei battesimi, dei matrimoni civili e delle nascite da coppie di fatto, non sposate].

Da repubblica.it del 28 ottobre 2014. Titolo:
Rovelli: “Scienza e fede devono restare separate, nonostante le parole di Papa Francesco”
Sottotitolo: Il fisico: “Vanno bene le aperture del pontefice però il nostro lavoro non ha nulla a che vedere con i racconti della Genesi”
Di Stefania Parmeggiani.
[Carlo Rovelli è un noto prof di fisica teorica che ha lavorato in università americane e ora in Francia. È anche autore di importanti libri divulgativi].
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È possibile trovare Dio nella Scienza?
No. C’è un unico modo in cui la scienza può spiegare Dio: attraverso l’antropologia e la psicologia. Può studiare il fenomeno religioso e come l’umanità, nel suo farsi, lo abbia costruito. Ma certo non può cercare il divino nello spazio, nel tempo e nelle leggi della fisica. Questo non vuol dire che gli scienziati non sentano il mistero, la meraviglia o la sacralità dell’universo. Questi sono sentimenti umani, che restano veri con o senza Dio”.

Lei come si definirebbe?
Come Margherita Hack e come la maggioranza della comunità scientifica direi di essere serenamente ateo”.

Quando lei vede l'universo vede l'ordine o il caos?
Vedo la meraviglia di molto ordine che nasce dalle infinite combinazioni delle cose. E la meraviglia del modo in cui questo ordine si riflette in noi e nel nostro guardarlo”.
Non potrebbe essere lo stesso ordine che vede un credente?
Penso di sì. E l’emozione è la stessa. Il credente chiama questa emozione Dio. Io la chiamo emozione”.

Da repubblica del 21 novembre 2014, pagina 46
Magico Woody
A proposito del nuovo film Magic in the moonlight
Di Arianna Finos
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Il film suggerisce che l’unica magia della vita è l’amore.
«Fortunatamente quando ci si innamora ci si appassiona. Incontri qualcuno e una piccola magia ti attraversa. La vita è tragica e senza significato, lo si capisce presto. Dio non esiste. Per sfuggire alla depressione, alla paura, si cerca qualcosa che ci faccia sentire meglio. Alcuni pensano che l’arte sia la risposta: io muoio ma la mia arte vivrà per sempre e altre sciocchezze. I cattolici pensano: io muoio, ma la mia anima vivrà per sempre. Altri cercano nuove strade per il conforto».
Perché così scettico sulle religioni?
«Non sono contro la fede individuale. Non ho questo tipo di sentimento, ma li rispetto. Ma le organizzazioni religiose sono terribili, con i loro precetti, i capi eleganti che sanno quel che Dio vuole fingendo di avere le risposte. Possono essere responsabili di gesti orrendi, ruberie, omicidi».
Quando ha perso le illusioni?
«Molto presto. Ero un bimbo quando ho scoperto che non c’era Babbo Natale e non c’era Dio, nessun uomo con la barba che vegliava sul mondo e aveva creato le cose. Sono cresciuto troppo in fretta. È spaventoso rendersi conto che non c’è nient’altro fuori da te. L’unica cosa che puoi decidere è vivere la tua vita in modo etico, morale. Non perché hai paura di andare all’inferno o c’è qualcuno che veglia su di te. Perché è buono in sé e non per compiacere un’immaginaria figura paterna».
Condivide la fede del suo per­sonaggio nella scienza?
«Sì. Non ha tutte le risposte, ma è il meglio che l’uomo possa fare. La scienza ci procura le medicine, la tecnologia, lo sciacquone del bagno... Ci fa capire cos’è l’universo, da dove veniamo. E c’è un progresso costante di invenzioni e scoperte che ci aiutano a vivere una vita migliore. Le risposte più giuste che può fornire la razza umana le ha trovate la scienza»
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