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In Italia ci sono milioni di coppie di genitori non credenti.
Come devono accompagnare la crescita dei loro bambini?
Facendo finta di essere credenti?
Per non offendere i molti clericali permalosi?
Oppure facendoli partecipare a discussioni filosofiche?


Circle Time - Philosophy for Children - Camp Quest

Negli ultimi quaranta anni si è diffusa nei dipartimenti universitari di pedagogia anglosassoni e poi in molti altri Paesi del mondo occidentale la filosofia per bambini Circle Time. Questo Tempo del Cerchio è un metodo di lavoro, ideato dalla Psicologia Umanistica negli anni ’70, con l’intento di proporre discussioni filosofiche tra coetanei sia nelle classi scolastiche che in altri gruppi. Si chiama così perché tutti i partecipanti sono seduti in cerchio, compreso il formatore che non ha una posizione privilegiata. Non hanno niente a che fare con lo studio della filosofia, come si fa nei licei e all’università italiane, perché sono basati solo su discussioni tra coetanei e riguardano i loro problemi e le loro curiosità. Si tratta di un processo che non deve essere diretto, ma solo facilitato da un formatore che abbia acquisito specifiche conoscenze e competenze psico-pedagogiche, filosofiche e didattiche. Questa modalità, sperimentata con successo per diversi decenni, può essere anche indicata per far affrontare ai ragazzini i problemi delle varie religioni e dell’ateismo.

Un’altra analoga scuola anglosassone di filosofia molto nota è Philosophy for Children, in sigla P4C. Questa Filosofia per Bambini, ha un curricolo ben strutturato, validato da una sperimentazione ormai pluridecennale, diffuso e riconosciuto a livello internazionale. Centri che sperimentano e sviluppano il curricolo della P4C hanno sede in istituzioni accademiche e non, in oltre sessanta Paesi. Dalla fine degli anni ’90 la Division of Pilosophy dell’UNESCO sostiene il programma; in Belgio la P4C fa parte dei programmi scolastici governativi. La P4C è una comunità di ricerca: non vi si fa ricerca filosofica da soli o studiando la storia della filosofia, ma anche qui si opera attraverso la discussione critico-argomentativa tra coetanei, sotto la conduzione di un facilitatore che non deve dire mai quale è la sua posizione sugli argomenti in discussione.

Queste due organizzazioni specifiche di pratica filosofica per bambini e ragazzi, molto ben strutturate, sono ora presenti in Italia:
Per il Circle Time (Tempo del Cerchio) vedi le ampie informazioni che si trovano digitando <circle time> in Google o visitando il sito: http://resilienza.wikispaces.com/Circle+time
Per la Philosophy for Children (Filosofia per Bambini, in sigla P4C), visistare il sito: www.filosofare.org oppure leggere i numerosi libri originali di Lipman, il fondatore della P4C, tradotti in italiano da Liguori editore: racconti per ragazzi e libri di teoria.

Un’altra applicazione della filosofia tra bambini e tra ragazzi si fa nei Camp Quest: In America, dal 1996, ci sono campi estivi per ragazzi da otto a diciassette anni di famiglie non credenti, organizzati da una associazione atea, diffusi adesso anche in Canada, Gran Bretagna, Irlanda e Norvegia. Si chiamano Camp Quest, dove “quest” (che in inglese significa “ricerca”) è l’acronimo di Question, Understand, Explore, Search, Test. Digitando in Google “camp quest” si trovano siti in inglese, per esempio:
Summer Camp for Atheists - ABC News - Go.com 
(con un filmato interessante)
CampQuest- Wikipedia, the free encyclopedia
CampQuest| The Secular Summer Camp
CampQuestUK, a summer camp for free thinking kids based on…

Nella pagina Esempi di questo blog ho trascritto alcune discussioni tra bambini che più di qualunque ragionamento teorico fa conoscere concretamente cosa può fare la filosofia tra bambini!
Qualche anno fa ho fatto un tentativo velleitario di organizzarne uno in provincia di Grosseto e un altro in provincia di Verbania, senza adeguata pubblicità, che hanno avuto troppo pochi iscritti per essere attivati. Si potrebbe provare di nuovo, anzi è per questo che ho ideato questo sito. Vedi: Campo estivo Le Orme e il mio video di presentazione. Si potrebbe provare di nuovo se numerosi genitori fossero interessati.
Digitando in Google “bambini ragazzi filosofia”, “bambini filosofia” o “pratica filosofica bambini” si trovano molti siti con esperienze fatte in scuole italiane da diversi anni.

Con questi metodi i ragazzini, senza essere condizionati dai formatori, devono essere accompagnati a fare discussioni filosofiche sui problemi piccoli e grandi della loro vita quotidiana a casa e a scuola, ma anche sui grandi perché della vita, e questo avviene nei paesi dell’Europa settentrionale da molti anni, anche nelle scuole pubbliche e in campi estivi. Anche in Italia comincia ad avvenire, ma di solito evitando di discutere di religione e ateismo. Proprio quando i grandi perché della vita si presentano ai bambini e ne discuterebbero con entusiasmo.
La pratica filosofica di queste comunità risponde al comune bisogno di riflessività; la filosofia che entra in gioco non si presenta come depositaria di una Verità superiore ed esoterica, ma come un metodo, un vaglio ragionevole della vita e del mondo.
Con queste discussioni i bambini e i ragazzi possono rendersi conto che alcuni di loro preferiscono una visione del mondo mitica/magica/ religiosa e altri preferiscono una concezione del mondo razionale/sperimentale/empirica. In modo che sia più facile che si accettino e si rispettino tutti e che apprezzino che si può essere amici anche con idee filosofiche diverse. Come è naturale che ci siano ragazzi interessati più allo sport, o alla matematica, o alla musica, ecc., tutti devono essere accompagnati ad accettare che c’è pluralismo di concezioni del mondo, che legittimamente ci sono tante fedi in tante religioni diverse e che ci sono persone che legittimamente non hanno nessuna religione. Questo va fatto prima che l’abitudine e il conformismo radichino nel bambino pregiudizi e false sicurezze.

Per far vedere come, se non si sta molto attenti, i nostri sensi possano imbrogliarci e le religioni false possono fare “miracoli” che sono in realtà imbrogli, si potranno fare alcuni giochi di prestigio, con le carte o per esempio quello nell’Ebook #1. A cui ricorre Abàbala, l’apprendista stregona scettica dell’Età della Pietra, del bastoncino spezzato (che può essere sostituito da una coppia di fermagli, di cui uno aperto o di piccole chiavi o di piccoli chiodi identici, di cui uno piegato preventivamente a U con una o due pinze o di due piccoli stuzzicadenti,) e farli discutere sulle certezze, facilmente false, che ci danno i nostri sensi se non accompagnati dal vaglio della ragione.


Se e quando si vorrà discutere esplicitamente dell’esistenza di dio, si potranno soppesare le evidenze a favore o contro le varie ipotesi. Nel sito www.uaar.it dell’Uaar ci sono due elenchi equilibrati delle prove a favore e di quelle contrarie all’esistenza di dio:

Questi “corsi” di filosofia per bambini da noi non sono abbastanza diffusi, come invece avviene in molti Paesi europei e non. Comunque in Google si possono trovare alcune meritorie esperienze analoghe anche in Italia. AMICA SOFIA è una associazione di promozione sociale per la ricerca e la diffusione delle pratiche di filosofia dialogica nella scuola e nella società. Ha un bel sito con interessanti rubriche e una rivista:
www.amicasofia.it

Digitando in Google:
<bibliografia cronologica della filosofia con bambini in italia a cura di claudio calliero>, si trovano sedici pagine su esperienze didattiche in Italia, libri e convegni sulla filosofia con bambini. Digitare anche: <bambini filosofia> oppure <bambini ragazzi filosofia>
   Io ho scoperto la filosofia per bambini alla radio, su RAI3, quando il 22 luglio del 2007 è andata in onda una lunga intervista di 46 minuti sul metodo Montessori, durante la quale per 14 minuti si sentono i bambini discutere, appassionatamente, ma con tolleranza, di credenza e di non credenza:
www.radio.rai.it/radio3/uomini_profeti/view.cfm?Q_EV_ID=213304
   La parte di questa lunga intervista che riguarda la seduta di filosofia per bambini si ascolta dal minuto 17:55 al minuto 33:12. Chi avrà la pazienza di ascoltarla vedrà come bambini di IV o V elementare siano maturi per affrontare questi argomenti. Fortunati gli alunni delle scuole in cui si fanno queste discussioni. (Io ricordo diverse frasi di una bambina che dichiarava di aver fiducia nella scienza e non nella religione. Ricordo male io o qualche frase è stata tolta dalla registrazione?)

   Da allora ho letto molti libri sulla filosofia per bambini e mi sono piaciuti molto quelli che riportavano le sedute fatte in alcune scuole. Mi sono convinto che sono utilissimi per i bambini e per ragazzi, che dovrebbero essere attivati nelle scuole elementari, medie e superiori almeno per gli alunni che non si avvalgono dell’ora di insegnamento della religione cattolica. Dovrebbero essere fatti nei centri estivi comunali, nei campi estivi e dai Boy scout.
   In Francia sono state pubblicate collane di libri per bambini, dall’età di 7/8 anni in poi, ispirate alla filosofia per bambini. Gli editori italiani Giunti, Ibs, Liguori e Morlacchi hanno delle collane di libri, alcuni tradotti dall’inglese e dal francese, di libri sulla filosofia per bambini e per i bambini che la praticano. I libri di queste collane sono riportati nella Bibliografia. È molto positivo suggerire ai ragazzi la lettura di alcuni di questi libri, magari discutendoli con un genitore.
   L’editore Morlacchi ha pubblicato molti libri di autori italiani sulle esperienze fatte in Italia nella collana Filosofia con i bambini, con la trascrizione dei dialoghi dei bambini delle elementari, di cui qualche brano è in Esempi. Nella quarta di copertina dei libri della collana è scritto:
   È un’attività pensata per valorizzare il potenziale filosofico dei preadolescenti e creare ripetute occasioni in cui i bambini abbiano modo di riflettere, dire, obiettare, argomentare, insomma agitare problemi genuinamente filosofici.
   Sono ormai circa trent’anni che si fa qualcosa del genere in molti paesi.
   È un peccato, però, che le riflessioni di bambine e bambini lascino una traccia solo nella mente, nel cuore o tutt’al più nei taccuini dell’insegnante, e questa collana si propone come suo obiettivo principale (non esclusivo) proprio di raccogliere e preservare simili tracce. Che nel caso possono interessare non solo docenti e filosofi, ma anche una più vasta cerchia di genitori, zii, nonni. L. R.
   Visto che l’ironia è utile e divertente per tutti e in particolare per i giovani, aggiungo quello che per me è il filmato più divertente che ho trovato nella rete e un disegno cui ho aggiunto delle parole e che ho mandato come cartolina agli amici credenti per Natale.